Risulta essere giusto partire dalle fondamenta; chi è, dunque, un agente letterario e quali sono i suoi compiti? L’agente letterario è una figura che ha come compito fondamentale quello di procacciare e stipulare i contratti con gli editori per conto dell’autore. L’agente deve verificare che vengano onorati correttamente gli oneri contrattuali e seguire gli aspetti amministrativi che ne derivano (pagamenti di anticipi e rendiconti). Nel corso degli anni il compito dell’agente è cresciuto e si è integrato, accade, sempre più spesso, che un agente sia anche il primo lettore e consigliere dell’autore, quindi se l’autore non ha già un editore in mente, sceglie a chi proporre un’opera. Si adopera, inoltre, affinché l’editore svolga al meglio il ruolo di promotore dell’opera presso tutti i canali (canali di vendita, media etc.). E’ da qualche anno, poi, che molti degli agenti trattano direttamente per l’autore certi diritti (ad esempio quelli di traduzione e quelli di cinema e televisione).
Come si diventa, dunque, agenti letterari e quali sono le competenze fondamentali che vengono richieste?
Una scuola ufficiale vera è propria non esiste, per pensare di fare al meglio questo lavoro, bisogna fondare la propria passione su basi e conoscenze solide. Sarebbe importante far parte dello staff di un’agenzia. In genere in una agenzia letteraria ci sono figure differenti che coprono con la loro esperienza campi e settori che risulterebbero contrastanti e di difficile gestione da parte di un solo agente. E’ molto importante avere conoscenze giuridiche, soprattutto per quanto riguarda la giurisprudenza nel campo dell’editoria e del diritto d’autore, non solo nazionale ma anche internazionale. Bisogna essere ferrati ed esperti nel campo delle dinamiche editoriali: pre operativa, per quanto riguarda tutto il lavoro che deve condurre l’agente al rapporto diretto con un editore affinché questi sia interessato all’opera che gli viene proposta; gestionale, per la fase che possiamo chiamare di transizione, ma nella quale viene effettuato un lavoro specifico per dare all’opera una sua identità; di finalizzazione e controllo, per tutte quelle operazioni che devono avvenire dopo che il libro è stato pubblicato, nel rispetto dei punti contrattuali e nella cura della comunicazione e dell’immagine dell’autore. In aggiunta a tutto questo l’agente deve essere aggiornato ed estremamente inserito nel mondo editoriale, affinché la sua immagine divenga meritevole di credito da parte degli editori e non solo, ed inevitabilmente per suo tramite anche quella dell’autore o degli autori che rappresenta.
Risulta essere certo che gli studi nel campo relazionale quali ad esempio quelli in Scienze della Comunicazione si sono rivelati utili e interessanti, resta il fatto però, che nel settore dell’editoria, è importante sottolineare che l’esperienza pratica è indispensabile. Per quanto il mercato sia mutato al suo interno, il lavoro editoriale mantiene una forte componente artigianale, concretamente pratica e diretta, dove la comunicazione prevede sempre una forte componente personale, di rapporti e conoscenze, indispensabile per svolgere al meglio questo lavoro.
Non è, comunque, da sottovalutare il fatto che ad oggi sono nate validissime scuole di editoria che prevedono stage, a fine corso, presso case editrici o agenzie. Le modalità con le quali vengono preparati e gestiti questi stage garantiscono un concreto percorso formativo, una verifica pratica e contestuale, nonché la valutazione diretta degli aspetti teorici acquisiti nella fase di studio.
Risulta essere importante mostrare, a chiunque voglia intraprendere questa direzione, come si presenta il mercato italiano e se in Italia gli agenti letterari sono numerosi. Il mercato editoriale italiano, come si evince da molte trasmissioni e servizi giornalistici sul tema non è esaltante, esso è timorosamente stabile da anni, il che non è un segnale positivo. La lettura è vista ancora come un soggetto ignoto al quale non dare troppa confidenza, vigono pregiudizi, la scuola probabilmente divide la colpa con le famiglie ed i miti del piccolo e grande schermo. Per questo leggere non è considerato “normale”, ma una operazione da effettuare in casi straordinari, sarebbe necessario far cadere quel timore riguardo alla lettura che rende il mercato italiano, già grandemente penalizzato da una lingua poco diffusa rispetto anche allo spagnolo, piuttosto apatico. Una parte di colpa è anche da attribuire alla qualità del mercato italiano e soprattutto alla qualità dell’offerta.
Il mercato è sostanzialmente stabile per quanto riguarda i consumi, ma è molto cambiato nelle dinamiche della sua organizzazione, seguendo i flussi e i dogmi del mercato le maggiori case editrici appartengono a grandi gruppi, le case indipendenti di un certo peso sono poche e sembrano aver adottato un regime di non apertura ai talenti sconosciuti. Nella logica delle concentrazioni molte case editrici sono diventate grandi organismi in cui le persone che si occupano di un libro sono molto numerose: editore, redattore, addetto stampa, responsabile marketing, ufficio diritti ed organi e mansioni affini. In questo quadro un autore è costretto ad avere molti interlocutori per capire quale sarà il destino del suo libro. Ed è proprio in questa fluttuante e intricata dinamica dei processi di produzione editoriale che la figura dell’agente letterario in Italia, da rara che era, è andata diffondendosi negli ultimi anni. Non sono ancora figure numerose, ma si può dire che negli ultimi dieci anni le agenzie sono raddoppiate.