Se avete intenzione di un chiedere un mutuo, il tipo di tasso non è l’unica decisione da prendere. Dovrete considerare il reddito familiare attuale e le sue possibili evoluzioni future, nonché la capacità di risparmio della famiglia. In questo modo sarà più semplice decidere quale somma chiedere e in quanti anni restituirla.
Aspetti da considerare
Molte persone pensano che il tipo di tasso sia l’unica decisione da prendere quando stabiliscono di chiedere un mutuo, o comunque che sia la decisione più importante. In realtà, la prima cosa da fare è un’attenta analisi del proprio reddito familiare, delle sue possibili evoluzioni future e della capacità di risparmio della famiglia. Così facendo, potrete decidere più agevolmente quale somma chiedere e in quanti anni restituirla.
Capitale
Il mutuo può coprire fino al 75-80% del valore dell’immobile. A seconda del vostro reddito, tuttavia, la banca potrebbe decidere di concedervi una cifra inferiore, poiché il capitale concesso non dipende tanto dal valore della casa, quanto dalla capacità del mutuatario di restituire la somma in futuro.
Valutate di quale somma disponete e se avete la possibilità di restituire l’importo del mutuo, compreso di interessi. In sostanza, dovete valutare quale cifra potrete sottrarre ogni mese al bilancio familiare per saldare la rata. E’ bene che la rata non superi un terzo del proprio reddito, a meno che non si possa contare su un reddito molto elevato. E’ importante, infatti, mantenere la capacità di far fronte a spese non previste.
Non esiste un finanziamento che vada bene per tutti: chi sceglie di chiedere una somma inferiore dovrà fare maggiori sacrifici all’inizio per fornire l’anticipo, mentre chi sceglie un mutuo di grosso importo dovrà considerare il pagamento di interessi elevati nel corso degli anni.
Tasso di interesse
Risulta essere possibile scegliere tra mutui a tasso fisso, a tasso variabile (o indicizzato) o a tasso misto.
Mutuo a tasso fisso
Per tutta la durata del finanziamento verrà applicato sempre lo stesso tasso, che non varia in base all’andamento dei mercati finanziari. Il vantaggio del tasso fisso consiste nella sicurezza che la rata non possa aumentare; lo svantaggio è che non consente di approfittare dell’eventuale diminuzione degli interessi sui mercati finanziari. Si tratta della scelta ideale per chi non ama rischiare.
Mutuo a tasso variabile
Se si sceglie questo tipo di mutuo, il tasso varierà in base a degli indici prestabiliti in base a meccanismi diversi da istituto a istituto. Gli indici variano in base all’andamento dei mercati finanziari.
Mutuo a tasso misto
Questo tipo di mutuo adotta un tasso fisso per i primi tre – cinque anni del finanziamento, per poi passare a un tasso variabile o a un tasso fisso ma ricontrattato.
Durata
Le banche offrono varie possibilità di scelta per i finanziamenti, permettendo di scegliere di restituire il capitale in un arco di tempo compreso tra 5 e 30 anni. Dovrete scegliere se preferite concentrare gli sforzi in un periodo breve (pagando maggiori interessi) o avere più tempo a disposizione per restituire la somma.
Questa decisione deve essere presa in base al reddito che supponete di avere nei prossimi anni: se avere un lavoro dipendente a tempo indeterminato potreste scegliere un mutuo a lunga durata, ma se siete un libero professionista in grado di far fronte a una spesa maggiore potreste optare per un mutuo di durata minore.
La scelta del tipo di tasso è legata alla durata del mutuo. Se scegliete di restituire la somma in 20 anni, considerate la possibilità di optare per un tasso d’interesse fisso, poiché in così tanti anni il tasso variabile potrebbe diventare molto svantaggioso per via delle fluttuazioni dell’economia.
Anticipo
Dal momento che il solo mutuo non basta a coprire il totale della spesa per l’acquisto di un immobile, spesso si è costretti a rimandarne la richiesta in attesa di mettere da parte un anticipo sufficiente. Tuttavia, è possibile utilizzare come anticipo l’incasso anticipato della liquidazione. Secondo l’art. 2120 del Codice Civile, i dipendenti di aziende con più di 25 dipendenti possono ricevere un anticipo del TFR da destinare all’acquisto di un immobile, soltanto nel caso in cui tale immobile rappresenti la prima casa del lavoratore.