Lo scopo originale dell’indice CCI (Commodity Channel Index) era quello di determinare le possibili inversioni di trend nel mercato delle commodities. Il forex non poteva non prendere in prestito anche questo indice, come del resto hanno fatto altri strumenti finanziari di trading, come azioni e bond. L’ideatore è Donald Lambert nell’ormai lontano 1980, ma nonostante i quasi 30 anni di età, il CCI viene usato con discreta frequenza dai traders forex.
In sostanza il CCI assomiglia molto all’RSI, essendo imperniato in un grafico con valori che variano da +100 a -100, i cui picchi indicato situazioni di ipercomprato e ipervenduto, proprio come l’RSI. Oltre a questa indicazione di base, l’indicatore fornisce interessanti spunti qualora mostri massimi (o minimi) decrescenti a fronte di massimi (o minimi) crescenti nel grafico principale, o viceversa. In questi casi il segnale è di possibile inversione di trend. Il CCI nasce anche per mostrare la ciclicità del prezzo in riferimento alle quotazioni storiche di un mercato, ma in realtà, nella pratica di trading, il periodo più appetibile per usarlo sembra essere il timeframe ad 1 giorno.
Il calcolo di questo indicatore è il seguente:
Si prende il prezzo tipico e si fa la differenza tra questo e la media mobile semplice dello stesso.
Poi il risultato è riportato al 70-80% per fare in modo che coincida entro il grafico, moltiplicandolo per 0,0015.
Questo è il succo; in sostanza si ottiene così:
-Calcolo Prezzo tipico (TP) =
massimo +minimo + prezzo di chiusura / 3.
-Calcolo dell’ SMA del prezzo tipico sui periodi scelti.
-Sottrazione dell’ SMA dal TP.
-Calcolo dell’ SMA sulla Mean Deviation (deviazione media).
-Moltiplicazione della deviazione per 0,015.
-Divisione di questo risultato per il risultato della sottrazione precedente.
Molto semplice.